Archive for giugno, 2011

Comunicato stampa della Freedom Flotilla 2 “Nonostante le pressioni e le minacce la flotilla salperà” Gaza, stiamo arrivando.

Nonostante le pressioni e le minacce di violenza, la flotilla salperà. Sabato 25 giugno, la nave francese Dignità / Karama è salpata dal porto di Ile Rousse in Corsica, Francia, pers incontrarsi con almeno altre 9 navi alla volta di Gaza per sfidare il blocco illegale di Israele. I tentativi migliori di Israele per bloccare le nostre navi in porto, compresa la pressione sui governi, le minacce contro le compagnie di assicurazione e comunicazione, l’intimidazione nei confronti di coloro che difendono i diritti umani, le vani azioni legali e le altre tattiche nascoste, sono finora fallite. La Freedom Flotilla è partita. Nei prossimi giorni il resto della flotilla, due navi cargo e sette navi passeggeri salperanno dai vari porti per incontrarsi in un punto in acque internazionali da cui le navi partiranno tutte insieme alla volta di Gaza. Noi porteremo circa 3.000 tonnellate di aiuti e centinaia di civili da dozzine di paesi, compresi membri dei diversi parlamenti, politici, scrittori, artisti, giornalisti e figure dello sport, rappresentanti del popolo e diversi gruppi religiosi. Sfortunatamente alcune delle nostre navi stanno subendo ritardi dovuti certamente alle false rimostranze da parte del Centro Legale israeliano, ai tentativi di sabotaggio di alcune navi, agli ostacoli amministrativi creati dal governo greco a seguito della pressione di Israele. Noi richiamiamo il governo greco a non diventare complice nelle azioni illegali di Israele soccombendo alle sue pressioni ma a unirsi alla Francia non opponendosi alla flotilla. Non ci sono dubbi che la chiusura quasi ermetica della Striscia di Gaza sia illegale. Ciò è stato affermato più e più volte dalle diverse organizzazioni per la difesa dei diritti umani comprese le Nazioni Unite e i Comitati Internazionali della Croce Rossa. Spinto dall’impegno della flotilla, il consenso internazionale è stato inequivocabile nella richiesta di porre fine all’assedio. Non ci sono dubbi sul fatto che la politica di chiusura di Israele ha avuto effetti devastanti sulla popolazione di Gaza sotto occupazione israeliana. Ciò è stato oltremodo documentato. L’unica domanda è: perché la comunità internazionale consente ad Israele di continuare a violare la legge ed i diritti del popolo palestinese con impunità? I recenti passi fatti da Israele a causa delle preoccupazioni sollevate in pubblico dall’iniziativa della Freedom Flotilla – Stay Human, incluso l’annuncio della settimana scorsa relativo all’autorizzazione per materiali da costruzione per 1200 case e 18 scuole in Gaza, dimostra che la flotilla funziona. Tuttavia, ciò non è abbastanza, dato che il nostro impegno non è rivolto semplicemente all’incremento degli aiuti umanitari per Gaza ma è soprattutto teso alla libertà del popolo palestinese in Gaza e per il resto dei Territori Occupati. Le richieste di alcuni leader mondiali rivolti agli organizzatori della freedom flotilla di usare canali prestabiliti allo scopo di inviare aiuti umanitari a Gaza mostra una fondamentale disattenzione per i diritti umani palestinesi. Il popolo palestinese non vuole aiuti umanitari dalla comunità internazionale; ma chiede la liberazione, richiesta che noi dobbiamo sostenere. Noi salperemo a dispetto di intimidazioni, pressioni, minacce di violenza da parte del governo di Israele che non si vergogna di vantarsi dichiarando che userà cecchini e cani contro civili indifesi. Siamo parte di un movimento in crescita organizzato dalla Società Civile Palestinese che dimostra per i suoi diritti, diritti che le tattiche del potente esercito israeliano non può fermare. Noi facciamo appello ai nostri governi di fare tutto il possibile per proteggere i suoi cittadini che sono disarmati e senza protezione alcuna in difesa della loro libertà, dei diritti umani e della legge. Gaza stiamo arrivando.

28 giugno 2011 at 07:12 Lascia un commento

Prove di cantiere TAV con idranti, lacrimogeni e manganelli in Val di Susa: è un giorno di lutto per la democrazia in Italia.

La casta è sorda, cieca, crudele: mentre il Paese va alla bancarotta, le oligarchie politiche ed economiche infliggono alle popolazioni e alle istituzioni locali scelte non condivise, contrapponendo loro ingenti schieramenti di forza pubblica. Una classe politica scarsamente credibile promuove in tempi di crisi economica globale opere costosissime e dissipative, che registrano precedenti clamorosamente screditati nei tribunali penali e presso i principali organi di controllo contabile, come attesta la vicenda degli scempi ambientali ed erariali TAV lungo l’Appennino tosco-emiliano.

Una classe politica poco credibile mobilita risorse aggiuntive ingenti per imporre l’attuazione di scelte non condivise: “almeno 2mila uomini in divisa si sono schierati sui tre fronti dell’area del cantiere presidiata dai No Tav”,  leggiamo nelle agenzie di stamani. E ancora: “L’autostrada A32, Torino-Bardonecchia, è stata chiusa all’alba dalle forze dell’ordine. Chiusa anche l’autostrada tra Bardonecchia e Avigliana Ovest”.

È un danno di immagine e di sostanza alle istituzioni democratiche. È un ennesimo sconsiderato attacco all’erario.

Un’intera popolazione, quella della Val di Susa, viene sopraffatta. Mortificate le istituzioni locali: sindaci e Comunità montana.
Un popolo, quello italiano, è chiamato a continuare a subire dai Palazzi Alleati progetti non partecipati, dopo avere appena espresso coi referendum la volontà di non rinunciare alla tutela dei beni comune: salute, ambiente, erario.

Oggi, per la democrazia, è giornata di lutto nazionale

URGENTE LA MOBILITAZIONE POPOLARE

QUESTA MATTINA ALL’ALBA LE FORZE DI POLIZIA HANNO BLOCCATO L’AUTOSTRADA E ACCERCHIATO IL PRESIDIO NO TAV DELLA MADDALENA DI CHIOMONTE PER DARE INIZIO AL FANTOMATICO CANTIERE DI UN’OPERA DANNOSA, INUTILE E COSTOSA.

VIRANO HA INGANNATO L’ITALIA E L’EUROPA PER DARE INIZIO ALLA DEVASTAZIONE AMBIENTALE DELLA VALLE.
IL TUNNEL GEOGNOSTICO SOTTO LA MONTAGNA DELL’AMBIN E’ PERICOLOSISSIMO, PERCHE’ SI SA DA SEMPRE CHE SI TROVA URANIO, RADON E AMIANTO.
E’ A RISCHIO LA NOSTRA SALUTE, SONO A RISCHIO LE NOSTRE SORGENTI.
VENTI ANNI DI CANTIERE PORTEREBBERO ALL’INQUINAMENTO TOTALE DELL’ARIA E DEL SUOLO, ALL’ABBATTIMENTO DELLE CASE.
TUTTO QUESTO SCEMPIO E’ SOLO PER PRENDERE I SOLDI ALL’EUROPA, SOLDI PUBBLICI, QUINDI NOSTRI.
QUESTA DEVASTAZIONE SARA’ CARICATA SUL DEBITO PUBBLICO CON FINANZIARIE OGNI ANNO PIU’ PESANTI, CIOE’ PIU’ TASSE E PIU’ POVERTA’ PER TUTTI.
E QUESTO AVVIENE MENTRE LE VERE OPERE DI SOSTEGNO ALLA SANITA’, ALLA SCUOLA, AL LAVORO, NON VENGONO PRESE IN CONSIDERAZIONE!
R E S I S T E R E    P E R     E S I S T E R E

Chiomonte 27/6/2011

TAV: TRIBUNALI CHE LA CONDANNANO, REPARTI ANTI-SOMMOSSA CHE LA IMPONGONO

27 giugno 2011 at 16:41 Lascia un commento

O la Borsa o la Vita. Basta ricatto del debito sovrano di Tonino Perna

da IL MANIFESTO del 26 GIUGNO 2011

Continue Reading 27 giugno 2011 at 10:13 1 commento

Carta mondiale delle e dei Migranti

(in italiano, en castillano, in English, en Francé) approvata a Gorée, Senegal il 4 febbraio 2011

Continue Reading 24 giugno 2011 at 16:11 Lascia un commento

i governi difendano la Freedom Flotilla 2

L’Associazione italiana dei giuristi democratici è estremamente preoccupata per la possibilità di nuove azioni violente e illegali da parte delle Forze armate israeliane nei confronti della Freedom Flotilla 2 di solidarietà verso Gaza, che, come poco più di un anno fa, determini vittime innocenti e nuovi gravissimi vulnera al diritto internazionale.

Come chiaramente stabilito dalla Commissione di inchiesta creata dalle Nazioni Unite dopo i gravi fatti dello scorso anno, l’azione israeliana violò in tale occasione varie norme di diritto internazionale. In particolare, come afferma il paragrafo 262 del rapporto di tale Commissione d’inchiesta, l’aggressione alla Flotilla da parte della Marina israeliana costituì con ogni evidenza un atto illecito. Il paragrafo 264 specifica che non si trattò solo di atto sproporzionato, ma ingiustificatamente violento e brutale, tale da costituire una grave violazione del diritto internazionale dei diritti umani e di quello umanitario.

Il blocco di Gaza e la punizione indiscriminata della popolazione civile che esso rappresenta costituiscono del pari gravi violazioni del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani delle popolazioni coinvolte.

Riteniamo che sia un preciso dovere delle istituzioni italiane a ogni livello vigilare affinché non si diano nuove tragiche ripetizioni di quanto avvenuto un anno fa nelle acque internazionali del Mediterraneo. Ciò in ottemperanza degli articoli 10 e 11 della Costituzione repubblicana, nonché dei doveri che incombono sull’Italia in quanto firmataria della Carta delle Nazioni Unite, delle Convenzioni di Ginevra sul diritto internazionale umanitario, dei Patti internazionali sui diritti umani e di ogni altro atto internazionale rilevante di cui l’Italia sia parte. Ricordiamo inoltre che la Corte internazionale di giustizia, nel suo Parere sul muro costruito in territorio palestinese del 9 luglio 2004, ha affermato l’obbligo di tutti gli Stati a imporre a Israele, fra l’altro, il rispetto degli obblighi che gli incombono ai sensi del diritto internazionale umanitario (pagina 70).

E’ quindi dovere delle istituzioni attivarsi in questo senso, nel supremo interesse della pace, della sicurezza internazionale e della tutela dei diritti umani di popoli da tempo vittime di gravi crimini, nonché degli attivisti internazionali che, in modo pacifico, si adoperano per garantire il rispetto di tali diritti, purtroppo invece il più delle volte ignorati dagli Stati.

24 giugno 2011 at 14:13 Lascia un commento

Madrid 18 giugno 2011: siamo tutt@ la Freedom Flotilla

23 giugno 2011 at 14:03 3 commenti

48 hours in the streets! The whole of Greece at Syntagma Square, the Medium Term Austerity Programme shall not pass

Calling all over Greece to join Syntagma Square, in order not to allow the Medium Term austerity program to pass.

It has been one month since we have flooded the squares along our country, claiming to get grip of our lives. In the end of June, our struggle comes to a turning point. This government of zero social acceptance is attempting to vote the Medium Term. This plan must not pass. We cannot allow for the looting of our social wealth, we are not willing to tolerate the degradation of the majority of the people in favour of the profits of the few. The communicative maneuvers, the fake reshuffles and the blackmailing of the government, IMF, EU do not fool us. We now know that the dillema isn’t whether to choose “Memorandum” (austerity plan) or “Bankruptcy”, as memoranda lead with a mathematical accuracy to the bankruptcy of the society.

During the two days of the discussing and voting process of the Medium Term within the Parliament, trade unions have released a call for a general 48hour strike. During these two days, no one should work, consume, nor support even the minor breakage of the strike. From the very first morning of the strike we will gather  in Syntagma square along with the peoples’ assemblies from along the country and throughout all the neighborhoods of Athens.

On the actual day of the voting, we will surround  the Parliament- sending out the message that it should be rejected by the people.

It has been one month now that there are no “one-way streets”, and that we possess the power. Now is the time for us to take the next big step. Now the time is ours, the time for us to speak!

It is either us or them! – Real democracy now!

The people Assembly- Syntagma Square , on June 22nd, 2011

23 giugno 2011 at 13:39 Lascia un commento

dal 15 maggio a oggi: è già storia e……continua

21 giugno 2011 at 19:12 1 commento

In Spagna, dalla Spagna a Bruxelles, da Sparta a Atene gli indignati e le indignate sono in marcia

21 giugno 2011 at 12:13 1 commento

Il falso senso di responsabilità del Pd a cura di Marco Barone

Fonte : Agoravox del : 20/06/2011
Foto (Ansa-Togliatti), un’immagine del segretario insonne

Continue Reading 20 giugno 2011 at 14:51 Lascia un commento

19 giugno 2011: una giornata contro il patto dell’Euro a madrid

20 giugno 2011 at 14:24 Lascia un commento

piazza Nettuno, Madrid vista dall’alto

19 giugno 2011 at 16:00 Lascia un commento

19 giugno 2011: Madrid contro il patto dell’euro 70.000 persone

19 giugno 2011 at 15:55 Lascia un commento

Indignat@ Italia! Tutte e tutti in piedi! 17 giugno 2011 … Bologna

19 giugno 2011 at 08:05 Lascia un commento

Crisi greca – Il consenso negato di Margherita Dean – Peacerepoter

 La giornata di mercoledì potrebbe iscriversi nel manuale di storia greca contemporanea, come ”la giornata nera” di un primo ministro in preda al panico. Mentre Atene era invasa dalle migliaia di manifestanti dello sciopero generale che convergevano tutti sulla piazza delParlamento con gravi scontri tra forze dell’ordine e dimostranti in piazza Syntagma, al Parlamento, blindato dalle barriere di ferro poste dalla polizia, veniva presentata la nuova manovra finanziaria di 28 miliardi di lacrime e sangue. In vista della prossima votazione della legge, sempre mercoledì pomeriggio, le dimissioni di due deputati del Pasok, aprivano la via per la crisi all’interno del partito di governo, da tempo dilaniato dalla scelta tra rifiuto e sottomissione a politiche che non hanno nessuna parentela ideologica col partito socialista ellenico. Eppure, questo era solo l’inizio, perché a mezzogiorno, ambienti prossimi alla presidenza del consiglio facevano trapelare che, d’accordo con Antonis Samaras, presidente della Nuova Democrazia, maggior partito dell’opposizione, il primo ministro si sarebbe dimesso, al fine di formare un governo di unità nazionale. A sera, invece, un Ghiorgos Papandreou impacciato annunciava a reti televisive unificate di voler andare avanti da solo con un rimpasto di governo, senza mancare di accusare le opposizioni per il mancato consenso alla sospirata alleanza. Stando a Papandreou, infatti, solo una sintesi politica potrebbe salvare il paese dalla crisi economica e quella di mercoledì non è stata la prima volta, nel corso degli ultimi mesi, in cui il primo ministro ha fatto appello al senso patriottico di Antonis Samaras (peraltro accentuato, generalmente), pressato all’intesa con il governo anche dall’Ue e dal Fmi. In un bailamme di ipotesi, analisi e scommesse, è passato un pomeriggio intero nel corso del quale pareva che Papandreou e Samaras avessero raggiunto l’accordo per la formazione di un governo che comprendesse esponenti dei due maggiori partiti del paese. Samaras, faceva sapere la presidenza, aveva accettato ponendo tre condizioni al tanto sospirato consenso: le dimissioni di Papandreou, appunto, la revisione del memorandum firmato in occasione del prestito di 110 miliardi del maggio 2010, leelezioni anticipate. Se tali condizioni parevano accolte nel pomeriggio, a sera non lo erano più, dimostrando, ancora una volta come Papandreou scelga, spesso e male, date le continue sconfitte, la partita del ricatto di esponenti politici e corpo elettorale col dilemma ”o si procede sulla strada che il governo ha tracciato o il paese è spacciato”. Certo, le motivazioni dei ripetuti rifiuti di Samaras non sono scevre di calcoli politici: non si tratta tanto di un’opposizione ideologica, infatti le posizioni sull’economia della Nuova Democrazia non sono tanto lontane da quelle del memorandum. Si tratta, molto semplicemente, di un appello, in parte vincente, al forte malcontento che le misure di austerità generano in un corpo elettorale che ha molto appreso e capito, nel corso dell’ ultimo anno.

18 giugno 2011 at 15:44 Lascia un commento

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