Archive for gennaio, 2011
la rete BellaCiaoInMovimento sostiene lo sciopero della fame di 300 migranti in Grecia
We, the people working and connecting through ‘ReteBellaCiaoInMovimento’, support the struggle of the migrant, women and men, who live all over Greece and who decided to start a Hunger Strike in Athens and in Thessaloniki, on the 25th of January.
They are risking their lives in order to say loud and clear that people with dignity cannot accept the conditions they are forced to accept.
It’s time for us to stand up and support them. We cannot look at this in silence! Many of this migrants have already risked their lives to arrive in Europe and now they have to work and live without any rights practically in all countries in Europe. The fact that they may be undocumented hides from the public eye the reality of the awful situations they are facing.
The very same sistem which is cutting back the rights of workers all over Europe, and which, at the same time, is drestically curtailing social security, is also using these men’s and women’s ‘illegal’ status to cover the harsh truth of the daily exploitation of migrants.
We support the struggle of the migrants in Greece, and we also endorse the European migrants’ strike on March the 1st.
We demand DIGNITY AND RIGHTS FOR ALL.
25 January 2011
Donne che si ribellano/Mujeres que se rebelan
Le prime adesioni raccolte: amadridsimuoveunaltraitalia.wordpress.com, Sinistra Ecologia e Libertá – Madrid, La Fabbrica di Nichi – Madrid
Date la vostra adesione su http://www.facebook.com/event.php?eid=147217428669094
amadridsimuoveunaltraitalia@gmail.com
Continue Reading 26 gennaio 2011 at 09:28 Lascia un commento
Verso il primo marzo 2011-conferenza stampa a Roma
VERSO IL PRIMO MARZO 2011
per dire anche quest’anno
SI a un’Italia multiculturale e arcobaleno
Continue Reading 23 gennaio 2011 at 10:10 Lascia un commento
E ora su la testa di Rossana Rossanda
Davvero pensiamo di poter alzare le spalle, di poter dire non mi riguarda? Il grande interrogativo oggi, non e’ cosa faccia Silvio B. e perche’. La vera domanda e’ perche’ gli italiani e le italiane gli consentano di rappresentarli. Il problema non e’ lui, siamo noi.
da Il manifesto
Fotografia di un paese da www.militant-blog.org
In questi giorni abbiamo volutamente evitato di commentare l’ennesimo “sexygate” che ha coinvolto il presidente del consiglio. Confessiamo di trovare poco interessante tutta questa prouderie politica di chi sbircia dal buco della serratura altrui ed è quantomeno paradossale che dopo anni di devastazione sociale di Berlusconi e complici la cosiddetta opposizione riprenda parola solo quando si tratta di Noemi, di Papi o di bunga bunga. Se rompiamo questo silenzio è solo perchè siamo stati stimolati da un sondaggio IPSOS pubblicato ieri dal quotidiano Europa che, in sintonia con altre rilevazioni demoscopiche, fotografa un’Italia relativamente indifferente a questo polverone mediatico. Perchè la fiducia nel premier non cala? Perchè le intenzioni di voto non si modificano? Oggi diversi opinionisti si interrogano sorpresi sulle ragioni di questa mancata “indignazione morale” e in molti concordano nell’attribuirla al deficit di credibilità del centrosinitra. Nessuno però sembra voler fare i conti con le trasformazioni antropologiche che hanno squassato questo Paese nell’ultimo trentennio e di cui il berlusconismo è culturalmente al tempo stesso causa ed effetto. Per trasformare le cose bisogna prima avere chiaro come stanno, raccontarsele per come esse sono e non per come vorremmo che fossero. In questo Paese di “Italie” ne convivono almeno due, e quella dominante, quella che informa di sè il senso comune, quella che produce ideologia, è quella che meno ci piace e ci assomiglia. Potremmo spendere fiumi di parole per analizzarla, ma alla fine crediamo che bastino i commenti dei parenti più prossimi delle ragazze coinvolte, come il padre che spinge la figlia ad essere meno timida perchè altrimenti le passano tutte davanti, o il fratello che suggerisce di chiedere in cambio un posto di lavoro oppure quell’altro genitore che al cronista che gli chiede se è sua figlia ventiseienne la nuova compagna dell’ottuagenario Berlusconi risponde: magari. Una società mucillaginosa (come la descrisse De Rita qualche anno fa), un crossover di format e generi diversi, un po’ “Uomini e donne”, un po’ “Grande fratello”, un po’ “L’isola dei famosi”… dove la distinzione non è più tra chi lavora e chi sfrutta, tra chi ha e chi non ha, tra chi sta sopra e chi sotto. Per questa Italia la faglia incolmabile adesso passa tra chi è dentro e chi è fuori, tra chi è visibile e chi resta invisibile, tra perdenti e vincenti e come in un ring ottagonale pur di passare da un campo all’altro vale tudo. C’è poi l’altra Italia, quella che magari lavora otto ore al giorno alla catena di montaggio per un salario che equivale a quattro pompini di Emilio Fede, o quella precaria che esce ed entra dal mercato del lavoro sempre più povera di diritti. L’Italia che vota no a Pomigliano e Mirafiori, quella che scende in piazza il 16 ottobre e quella che si scontra per ore con la polizia il 14 dicembre. Un paese che però ha sempre meno consapevolezza di sè, che fatica a riconoscersi in funzione del suo essere sociale e a cui manca una rappresentanza, ma a cui soprattutto manca un grande narrazione in grado di prospettare un’idea di società altra, alternativa alla merda in cui ci hanno condannati. E fino a quando questo sarà, questo paese pur se maggioritario nei numeri non potrà che ritrovarsi minoranza culturale e politica. Noi crediamo che sia questo il punto da cui ripartire.
Documento di 300 migranti in sciopero della fame dal 25 gennaio in Grecia
Siamo tutti immigrati, uomini e donne provenienti da tutta la Grecia.
Continue Reading 21 gennaio 2011 at 09:45 Lascia un commento
Articolo in movimento: Adesioni allo sciopero del 28 gennaio
pubblichiamo man mano che le riceviamo le adesioni allo sciopero del 28 gennaio
Sciopero: se non ora quando????
Domino Nord Africa, cade la tessera Tunisi di Manfredi Mangano
Con l’avvenuta conferma del suo arrivo in Arabia Saudita, il Presidente della Tunisia Zine El Abidine Ben Ali ha scritto l’ultimo atto di una lunga e fortunata carriera politica, bruscamente interrotta dalla fuga a cui è stato costretto dai moti di piazza o, secondo giornalisti come Giuliana Sgrena del Manifesto, da un aperto pronunciamiento militare. […]
Continue Reading 18 gennaio 2011 at 10:09 Lascia un commento